Segnaliamo il podcast tratto dalla recente ospitata di Franco Fabbri sulla Radio della Svizzera Italiana, incentrato sul lascito di Philip Tagg – tanto quello teorico quanto quello informatico, incarnato nel suo sito web, il cui destino risulta essere incerto ora che lo studioso, recentemente scomparso, non potrà più prendersene cura. Segue la didascalia ufficiale tratta dal sito della RSI:
Philip Tagg è stato, fin dalla fine degli anni Settanta, uno dei principali promotori degli studi sulla popular music, e il fondatore della IASPM (International Association for the Study of Popular Music). Il suo sito web, www.tagg.org, è stato ormai per decenni uno strumento di elaborazione e diffusione del sapere musicale: sono moltissimi gli studiosi che letteralmente si sono formati basandosi sulle informazioni presenti sul sito. Inizialmente (Tagg era un utente di computer particolarmente sofisticato, fin dai primi anni Ottanta) il sito era un deposito dei materiali che il musicologo preparava per conferenze, articoli, libri, ricercato da chi voleva ritrovare testi, diapositive, e soprattutto gli efficacissimi filmati di “edutainment” (intrattenimento educativo) per i quali spesso gli studenti delle sue lezioni e i partecipanti a conferenze applaudivano a scena aperta. Il più famoso, forse, è “Intel Inside”, dove si esaminava il logo audiovisuale usato per promuovere il processore Pentium, all’avanguardia nei PC degli anni Novanta, e dove si chiariva ogni minimo dettaglio di un frammento sonoro e visivo di pochi secondi, inclusa la scelta di un suono di marimba (perché? Perché è “corporate”, aziendale, come la scrivania di un top manager, di legno pregiato e pulita, spiegava Tagg). Ancora oggi, nei convegni di semiotica, musicologia popular o studi sull’audiovisione, se si nomina “Intel Inside” molte teste fanno cenno di conoscerlo.
C’è proprio di tutto: analisi di canzoni e sigle televisive, musica da film (un altro classico è dedicato alla melodia dell’oboe in “Mission”, composta da Morricone), studi sulla musica popolare scozzese o bulgara, su cantautori greci, eccetera. Negli ultimi anni, cessata l’attività didattica o la partecipazione a convegni, Tagg lavorava soprattutto per creare materiali per il suo sito. L’ultimo suo lavoro era sulla musica di una serie televisiva, “NYPD Blue”. Purtroppo, lo scorso maggio, poco dopo aver compiuto ottant’anni, Tagg è mancato. Il suo sito è ancora lì. Fra l’altro, nella versione più recente, il sito permette di scaricare tutti i libri e i saggi del suo autore, e anche quelli di suoi colleghi e allievi. Si pone, a questo punto, un problema del tutto generale, che riguarda le informazioni presenti in rete. Chi curerà la manutenzione del sito, ora che il suo creatore e proprietario non c’è più? Chi ha la password per accedere ai file, riparare le intrusioni degli hacker, aggiornare il software? Chi, banalmente, pagherà la quota annuale dovuta al provider che ospita il sito sui suoi server? In rete si moltiplicano gli appelli di studiosi, disponibili ad autotassarsi per mantenere in vita il sito. Di solito, quando manca un autore, la procedura più comune è che la sua biblioteca, le sue opere, le sue collezioni (ci viene in mente quella dell’etnomusicologo Roberto Leydi) vengano materialmente trasferite in qualche istituzione. Ma qui
Il podcast può essere ascoltato integralmente qui.
Buon ascolto!